Fotografia di Mary Della Giovanna
Nel nostro mondo
camminiamo sopra l’inferno
guardando i fiori.
(Kobayashi Issa)
I fiori sono come gli haiku: semplici e immediati. Entrambi giocano su una stupefacente dualità (la durata limitata e un momento di disvelamento), che li rende naturalmente inaspettati e fonte di infinite associazioni e interpretazioni.
Nella loro immediatezza gli haiku ti spiazzano: sembrano essere tutti racchiusi lì, nelle poche parole che terminano prima che si abbia il tempo di iniziare a pensarli, ma, poi, la loro capacità evocativa si fissa nel nostro subconscio e dà luogo ad una infinita fioritura di immagini. Similmente il mistero dei fiori dimora in quell’istante magico in cui si svelano. Nella realizzazione di queste fotografie mi è capitato di poterli cogliere nel momento esatto in cui sbocciavano. Mentre ero intenta a cogliere il dettaglio di un pistillo, pochi centimetri sopra il mio sguardo qualcosa di magico si rivelava: un calice, fino a poco prima liscio e chiuso, era sbocciato. Ed in un attimo potevo esperire quello che Emily Dickinson, poetessa appassionata di botanica, era solita affermare: “il sovrannaturale non è altro che il naturale rivelato”.
La bellezza effimera dei fiori riesce a regalare intensi attimi di felicità, un momento di riconciliazione con il tutto.
La mostra dialoga con la proposta di lettura Fiori, piante e altri libri bibliografia dedicata al giardino, alle piante e ai fiori.
Mary Della Giovanna nasce a Biella nel 1985; vive e lavora nelle Marche.
Nel 2011 si è laureata in lingue orientali a Torino, per poi avvicinarsi alla fotografia prima da autodidatta, poi attraverso workshop e seminari con fotografi professionisti. Della Giovanna attualmente lavora presso uno studio fotografico e come fotografa freelance.