Da Hal a Hilma è il titolo della mostra personale di Matteo Laurenti ospitata lungo la ‘vetrina d’autore’ della biblioteca, location non convenzionale diventata punto di riferimento per giovani artisti del territorio.
Un titolo seguito dal monito, che fa da sottotitolo: “le persone non cambiano, si rivelano”, tratto dall’ultimo immaginifico film di David Lynch Inland empire. Di contaminazioni, cinematografiche e non, la personale di Laurenti sembra nutrirsi, se pensiamo che l’Hal del titolo fa riferimento al sistema di Intelligenza Artificiale analogico di bordo della nave spaziale Discovery nel film 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick. Hilma, invece, è un omaggio alla pittrice svedese Hilma af Klint, pioniera dell’astrattismo pittorico vissuta a cavallo tra ‘800 e ‘900.
La mostra è frutto di un lavoro quasi terapeutico dell’autore che, nel fare una ricognizione fotografica con il suo cellulare di alcuni particolari scorci del territorio e poi rielaborandoli visivamente con effetti cromatici, fa in realtà una sorta di lavoro di ricognizione su se stesso, verso la ricostruzione metaforica del proprio io disgregato.
Le 23 immagini esposte, e organizzate come in un collage a comporre i quadri tematici, sono legate tra loro dal colore, un rosa elettrico di warholiana memoria, concepito prima ancora da Elsa Schiapparelli tra le ultime due Guerre mondiali, scelto con precisa volontà dissacrante, così come l’invasione violenta di simboli popolari, tags ed emoticon inseriti nella fotografia stessa in fase di post produzione dell’immagine.
Matteo Laurenti (1978), vive e lavora a Biella.