A distanza di cinque anni il fotografo Riccardo Poma torna ad esporre in biblioteca con la mostra Vuoti a perdere: geometrie dell’abbandono. Poma fu il primo ad esporre i suoi lavori nella Biblioteca di Città Studi nel dicembre 2014, inaugurando la fortunata rassegna “Crossing Art&Books”, diventata ormai un punto di riferimento per gli artisti del territorio.
Il titolo della mostra riprende quello del suo libro di recente pubblicazione, testo frutto di un lungo lavoro di ricerca e documentazione fotografica sugli edifici abbandonati e sull’archeologia industriale piemontese. Il progetto nacque nel 2013 quando il giovane fotografo e videomaker di Castelletto Cervo, laureato al DAMS di Torino, iniziò a raccogliere i suoi reportage in un blog intitolato Vuoti a perdere. Un viaggio tra i luoghi abbandonati del nostro paese che lo fece conoscere a un vasto pubblico anche a livello nazionale.
Vuoti a perdere – racconta Poma- nasce e si sviluppa negli spazi propri della fotografia, ma che ne valica i confini fino a deflagrare nella letteratura, nel cinema e nella musica attraverso citazioni e continui rimandi. È un progetto fotografico, quindi, che tende continuamente a ibridarsi con altre forme d’arte.
La mostra presenterà una selezione di fotografie aventi come soggetto le fabbriche abbandonate, L’ex ospedale psichiatrico di Vercelli e le ville di proprietà che sorgevano accanto a questi complessi.
Il lavoro di Poma non ha mai un intento polemico o di mera denuncia della decadenza, ma al contrario cerca di documentare la bellezza di certe architetture nonostante pesi su di loro l’incuria e la dimenticanza. Una ricerca archeologica e al tempo stesso una topografia del trauma che si concentra sull’ombra che questi edifici continuano a proiettare, nella speranza che lo sguardo riaccenda su di loro una luce in grado di riportarli in vita, anche solo attraverso una narrazione fatta di ricordi e storie. Una riflessione attenta sulle trasformazioni sociali che hanno investito il paesaggio urbano e il nostro territorio, dove abbondano i resti di un passato glorioso fatto di attività industriali popolate di operai e di benessere economico diffuso che pare, da molti, essere percepito solo come un lontano ricordo.
Ogni singolo mattone ha una storia da raccontare e Riccardo Poma riesce a restituirgli la parola attraverso le sue immagini. Una lettura fotografica che combatte la rimozione visiva e psicologica dell’abbandono, nella speranza che generei nello spettatore una nuova consapevolezza e una sensibilità in grado guardare il paesaggio con un occhio diverso, più attento e meno sfuggente.
La mostra dialoga con la proposta di lettura È tutta colpa della luna e con la bibliografia su Franco Basaglia disponibile su MediaLibraryOnLine.
Riccardo Poma (Biella, 1988) è un fotografo, videomaker e storico del cinema. È laureato al DAMS di Torino. Scrive su nehovistecose.com e su Carte di Cinema. Dal 2013 gestisce il blog Vuoti a perdere.