Istituto tecnico Q. Sella, 1956 (Foto Cremon, Archivio Fondazione Cassa di Risparmio di Biella)
Saper fare e fare bene. Era la massima che come una litania risuonava in tutte le strutture produttive biellesi. Il saper fare era prima di tutto apprendimento teorico-pratico che si acquisiva nei diversi rami dell’imponente apparato formativo del distretto industriale biellese. Nell’ambiente di lavoro le conoscenze apprese si sarebbero conformate, in un graduale percorso di praticantato, all’organizzazione e ai ritmi del processo produttivo, sperimentate a diretto contatto con la complessa tecnologia del macchinario.
Il sistema industriale biellese fin dai primi anni successivi all’Unità d’Italia investe ingenti risorse sull’istruzione professionale, potenziando ed innovando le antiche scuole di arti e mestieri.
Le parole chiave della cultura del lavoro largamente diffusa non solo nei ceti industriali borghesi ma anche tra le maestranze le troviamo incise, come una sorta di decalogo, nei fregi che compaiono sulle facciate dell’Istituto Commerciale Eugenio Bona del Lanificio scuola Felice Piacenza: probità, correttezza, serietà, previdenza, onestà, operosità, costanza, iniziativa, perspicacia, oculatezza, puntualità, carattere, lealtà, prudenza, avvedutezza, sagacia, fermezza.
Le fotografie esposte provengono dagli archivi della Biblioteca civica di Biella, della Condizionatura Biellese, della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, dell’Istituto E. Bona e dell’Istituto Q. Sella.