Mostra di Anna Lanzone
In collaborazione con Garden Club Biella
Inserita tra le mostre parallele di Selvatica. Arte e Natura in Festival
Biblioteca di Città Studi, 10 ottobre – 7 novembre 2020
Le sedici cortecce che compongono la nuova mostra di Anna Lanzone, disegnate e delicatamente acquarellate dall’artista biellese fra il 2016 e il 2020 e ora riunite sotto il titolo complessivo Cortex, ci offrono l’occasione di concentrare lo sguardo su qualcosa cui comunemente non prestiamo attenzione. Quando osserviamo un albero ci concentriamo sulle sue dimensioni, sul colore delle sue foglie, dei suoi fiori e magari dei suoi frutti, ma raramente ci soffermiamo a guardare – da vicino, come è indispensabile, e con la pazienza dello sguardo innamorato – la corteccia: quel labirinto, quella pelle viva eppure antichissima, quel quadro astratto che ogni pianta esibisce e che, esattamente come la nostra epidermide, cresce con lei, e porta i segni tanto della sua famiglia quanto del suo vissuto personale.
Queste immagini (su una bellissima carta molto martellata che pare essa stessa una superficie ancora vivente e parlante) ci invitano a concentrarci, così come l’artista ha fatto, su una ridotta porzione di corteccia osservandone – e non abbiamo qui che un minimo campionario dell’esistente! – la stupefacente varietà e la forte identità. Si squadernano così, davanti ai nostri occhi, la sapiente ed equilibrata bellezza astratta del Platano e l’arruffata, esuberante quanto vigorosa simpatia della Palma; la compatta rugosità del Cedro del Libano, del Sughero e del Gelso e la spettrale bianchezza della Betulla; la dignitosa espressione esfoliata della Lagerstroemia e la quasi dolorosa, scorticata smorfia della Vite e dell’Ulivo.
Il percorso inizia con una betulla, detta “la pianta della luce” (la bacchetta dei maestri di scuola medioevali era spesso fatta di rametti di betulla intrecciati), così comune nella nostra zona e la prima ad essere stata ritratta, e si chiude con il ritorno della stessa pianta ora in piccolo gruppo, come se fossimo solo all’inizio, solo al primo giro di un’entusiasmante ed inquietante moltiplicazione di creature vegetali che si reimpossessano del campo. Anna Lanzone sa comunicare il suo amore per queste entità che sottovalutiamo perché ci circondano da sempre, che spesso abbiamo addirittura maltrattato e depredato, e le elogia nel modo migliore: consegnandoci cortecce non reinventate ma fedelmente riproposte. Come a richiamarne la naturale e spontanea bellezza invitando però subito a tornare all’originale per osservarlo nella sua totalità, ammirarlo e magari abbracciarlo così da entrare in contatto con ciò che gli alberi custodiscono: memoria, pazienza, armonia, energia, così come sarebbe accarezzare un elefante o una roccia che aspetta da sempre. Accarezzare quel volto senza occhi che protegge milioni di vasi e si adatta, docile e forte a un tempo, a ogni situazione può significare reimparare un tipo di comunicazione senza parole che tutto il resto del mondo naturale conosce da sempre, e la capacità di germogliare anche dopo le peggiori catastrofi. Questa mostra è quindi un invito al viaggio che partendo dalla vista vuole spronarci a fonderci meglio con la natura pur senza perdere la nostra identità. Esattamente come le piante sanno fare da sempre.
Sandro Montalto
La mostra dialoga con la proposta di lettura “Fiori, piante e altri libri” e con la proposta di e-book disponibili su MLOL “Il grande bosco”.